Dal web 2.0 al 3.0, l’evoluzione delle tecnologie digitali ci ha traghettato da una versione all’altra in un tempo rapidissimo. Siamo passati dal web collaborativo 2.0, in cui gli utenti erano autori dei contenuti, ad un web in cui la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale hanno un peso specifico.
Il Web 3.0 è l’ultima evoluzione del World Wide Web che supera la semplice partecipazione dell’utente e lo ingloba totalmente. Proiettandolo, è il caso proprio di dirlo, nella virtualità.
Web sematico, avatar e ologrammi 3D sono solo alcune delle parole chiave di questo nuovo spazio, dove i dati sono fondamentali e la tecnologia 3D è pronta a rendere reale la fantascienza.
La nuova virtualità: tecnologia 3D e web 3.0
Per spiegare il web 3.0 non possiamo non parlare delle tecnologie 3D. Si tratta di tecniche e strumenti che consentono la creazione di prototipi in tre dimensioni nell’ambito della realtà virtuale.
Già ampiamente usato su siti immobiliari, ed e-commerce in genere, il design tridimensionale permette una immersione totale in uno spazio che simula perfettamente il reale. Attraverso queste tecnologie è possibile vedere un oggetto che stiamo per acquistare in un determinato contesto, ammirare ricostruzioni di aree archeologiche e reperti, svolgere esercitazioni mediche, etc. Si tratta di un ramo del graphic design che cresce con lo sviluppo tecnologico dei computer, poiché le tecnologie 3D hanno bisogno di sfruttare una vasta capacità di calcolo.
Il grande successo del 3D è legato al mondo del gaming, in cui l’immersione nello spazio virtuale diventa necessario per agire, giocare o vivere una seconda vita (Second Life).
Oggi accanto alla grafica 3D si fa spazio l’olografia dinamica 3D, una nuova tecnologia che permette di riprodurre in maniere estremamente realistica gli ologrammi.
Tecnologia olografica 3D
L’ologramma è una tecnica di visualizzazione delle immagini in tre dimensioni: una raffigurazione parallattica realizzata tramite fasci di luce laser. L’immagine che produce è tridimensionale e stereoscopica poiché assume forme diverse a seconda della prospettiva.
Per realizzare un ologramma l’immagine viene primaregistrataattraverso un fascio laser che raggiunge l’oggetto da riprodurre. Successivamente, il fascio viene inviato ad una lastra di materiale sensibile: la luce laser interferirà con quella riflessa dall’oggetto e, in un vero gioco di specchi, le onde luminose si sovrapporranno l’una all’altra. È in questo modo che si ottiene la ricostruzione dell’immagine e, quindi, l’ologramma.
Oggi la tecnologia olografica 3D si fonde all’intelligenza artificiale, alla realtà aumentata e a quella virtuale. Grazie ad una rete neurale che riproduce come il cervello umano processa le informazioni visive, è possibile generare ologrammi 3D in pochi millisecondi.
Parliamo della tecnologia olografica 3D dinamica assistita da scattering tridimensionale (3D-SDH) che proietta immagini create al computer con dati di profondità calcolati attraverso una configurazione multi-camera.
La tecnologia olografica 3D si basa sull’aumento della densità dei dettagli di un’immagine. Il risultato ottenuto è molto vicino alla realtà e l’ologramma può essere così impiegato in applicazioni di realtà virtuale attraverso schermi olografici.
Una grafica 3D, insomma, che non richiede visori ma proietta in un dato spazio figure tridimensionali che si caratterizzano per l’elevata risoluzione in pixel. L’immagine è infatti riprodotta su numerosi livelli che vengono posti in maniera ravvicinata tra di loro.
La definizione che si può raggiungere rende sempre più complicato distinguere tra realtà e finzione. Le tecnologie 3D trasformano così internet in un cyber mondo tridimensionale estremamente realistico: il Web 3.0.
Web 3.0 una definizione
Fu il web designer Jeffrey Zeldman ad introdurre nel 2006 il termine Web 3.0 facendo riferimento ad una più alta definizione delle immagini e a ricerche di dati più approfondite e accurate.
Un web semantico, insomma, dove l’interrogazione avviene con un linguaggio naturale e la ricerca dei risultati sfrutta l’intelligenza artificiale. Si potranno così individuare meglio le intenzioni di ricerca dell’utente basandosi anche sul suo comportamento in rete. Non solo, grazie all’AI sarà possibile instaurare un vero e proprio dialogo uomo-macchina, una interazione che il web 2.0 non prevedeva.
Come i chatbot insegnano, il web 3.0 potrà utilizzare gli avatar, o addirittura gli ologrammi 3 D, per metterli in condizione di dialogare in maniera intelligente con l’utente umano. Navigare diventerà così più semplice e sarà possibile fornire assistenti personali che seguano l’utente in tutte le operazioni.
Un altro possibile ambito di sviluppo è lo spatial web 3.0 che prevederebbe la riproduzione di contenuti del web nell’ambiente reale. Si offrirebbe così la possibilità di vivere esperienze di realtà aumentata che combinano mondo fisico e mondo virtuale. Nella ricerca delle interfacce gli ologrammi svolgerebbero un ruolo fondamentale.
Web 1.0 2.0 3.0 dove stiamo andando?
Oggi l’accezione di web 3.0 è estesa anche alle tecnologie 3.0 di grafica3D poiché, come abbiamo visto, sono fondamentali per creare questa nuova mixed reality.
Se nel web 1.0 l’utente si limitava a navigare e nel web 2.0 a interagire e a creare contenuti, I siti web 3.0 potrebbero diventare abitabili come in una versione pro di Second life. Il nuovo www, quindi, potrebbe creare ambienti 3D realmente utilizzabili conducendoci finalmente nel metaverso.
Internet diventerebbe un unico mondo virtuale universale e immersivo in cui incontrare altri utenti sotto forma di avatar, creare oggetti e ambienti virtuali, viaggiare e vivere esperienze. Sì perché la direzione verso la quale il web 3.0 ci sta conducendo è proprio quella dell’esperienza digitale diretta senza intermediari, se non uno…il nostro stesso ologramma. E tu sei pronto per questa nuova sfida?