La mia avventura nel metaverso educativo ha toccato anche il campo della biologia, offrendomi una straordinaria visita virtuale a un laboratorio ricco di strumentazioni scientifiche. Indossando il visore di realtà virtuale, mi sono ritrovato immerso in un ambiente ricreato fedelmente, con ripiani e scomparti, schermi e con vetrini, microscopi, alambicchi, bisturi e pinzette a portata di mano.
Grazie al metaverso ho potuto esplorare dettagliatamente ogni strumento, muovendo le mani virtuali per interagire con gli oggetti e manipolare gli strumenti da laboratorio. Il livello di coinvolgimento era straordinario. La sensazione di afferrare una pinzetta virtuale o regolare il fuoco di un microscopio con gesti naturali ha reso l’esperienza incredibilmente realistica.
L’atmosfera del laboratorio, con il suono leggero delle ventole dei microscopi e il vociare degli scienziati virtuali, mi ha trasportato in un mondo di ricerca scientifica. Ho potuto ispezionare vetrini virtuali, tagliare patate a metà, far reagire composti chimici, osservare cellule e organismi microscopici con una chiarezza sorprendente. Con guide virtuali che mi accompagnavano attraverso gli esperimenti, ho imparato concetti biologici in modo pratico, senza la necessità di essere fisicamente presenti in un laboratorio.
L’educazione virtuale può superare le barriere fisiche
Ho trovato così user friendly l’esperienza e così divertente che ho voluto far indossare il visore e impugnare i controller anche a mia figlia di 8 anni. La sua reazione è stata impressionante. Non la smetteva più di dire “wow” e di incantarsi di fronte a ogni scoperta. Ha voluto provare tutto e in pochi istanti ha mostrato una dimestichezza inattesa nel controllare le sue mani virtuali.
«Papà così è bellissimo imparare!» ha gridato entusiasta. E non potevo darle torto.
La visita virtuale al laboratorio di biologia di Itaca ha dimostrato che l’educazione virtuale può superare le barriere fisiche, consentendo esperienze di apprendimento ricche e immersive, al di là di ciò che sarebbe possibile nel mondo reale.
L’esperienza nel metaverso trasforma l’apprendimento da un semplice processo passivo a un’avventura pratica, aprendo nuovi orizzonti nella comprensione e applicazione delle competenze scientifiche, artistiche, culturali.
Per parafrasare Chris Milk, grande regista americano di videoclip esperto di uso di tecnologie in ambito creativo, la VR è la macchina dell’empatia definitiva. Queste esperienze sono più che “virtuali”. Sono opportunità per camminare ed esperire nei panni di qualcun altro. E quel qualcun altro siamo comunque noi.