La scuola di oggi e quella di domani, ne abbiamo parlato con Gualtiero Bertoldi, Docente del Liceo “Duca d’Aosta” di Padova.
Piano Scuola 4.0
- Il Piano Scuola 4.0 può rappresentare la vera svolta tecnologica e metodologica che la scuola attendeva?
Sicuramente sarà un’ottima opportunità per aggiornare e fornire di strumenti tecnologici, il più possibile duraturi, gli istituti. Per la parte metodologica, fatta la Scuola 4.0 bisognerà fare i docenti 4.0: come altre volte è capitato negli ultimi 20 anni, i finanziamenti occasionali e improvvisi hanno giustamente spinto gli istituti a sfruttare questa occasione, sviluppando delle riflessioni contingenti ai processi economici – riflessioni che, in un sistema più accorto e organico, sarebbero invece dovute essere precedenti questi stessi processi. Comunque sia, sono già stati assegnati ulteriori fondi, appunto, per la formazione dei docenti; si tratterà quindi di capire come voler utilizzare nel migliore dei modi una dotazione che sarà già presente e che, di base, favorirà la personalizzazione degli apprendimenti e lo sviluppo delle competenze digitali.
La scuola italiana, tra gap da colmare ed esperienze da valorizzare
- A quale modello tende la scuola italiana?
Al momento, il modello della ‘scuola azienda’ è quello che meglio fotografa la situazione, anche se è un modello che si è sovrapposto a quelli precedenti (di stampo più umanistico e di valorizzazione dell’apprendimento teorico), senza andare a sostituirli completamente. I predominanti spiriti politici e sociali del presente sembrano prediligere una scuola che sforni risultati il più possibile tangibili, soprattutto da un punto di vista del mondo del lavoro; una scuola, insomma, che fatturi un capitale umano di immediato impiego, a discapito di gruppi di individui meno prontamente specializzati ma più flessibili e aperti alle esperienze.
- Quali sono i gap da colmare?
Al momento mancano ancora due colonne importanti nel sistema scolastico, che dovrebbero essere delineate immediatamente prima di andare a mettere mano a tutto il resto: un percorso chiaro e coerente di formazione iniziale dei docenti, in parte retribuito; e un sistema di valutazione (auto e fra pari, almeno) sempre dei docenti, che garantisca il rispetto di alcuni minimi standard di insegnamento oggi lasciati alla quasi pura discrezione del singolo docente e, in seconda istanza, del dirigente scolastico. Fatto questo, si potrebbe iniziare a parlare di una riforma complessiva di ampio respiro, che comprenda modi e metodi di valutazione, l’abolizione del sistema ‘licei – istituti’ con la creazione di percorsi in parte comuni e in parte personalizzabili con curricula individuali, un piano di interventi edilizi non solo per mettere in sicurezza gli edifici, ma per renderli umanamente fruibili e abitabili anche durante le pause stagionali, e, ultimo ma non meno importante, il ripensamento del ruolo del docente.
- Quali sono le esperienze da valorizzare?
Senza troppo teorizzare, tutte quelle condivisibili con i colleghi attraverso la creazione di archivi online (di istituto, di rete, regionali e financo nazionali, magari su di una piattaforma ministeriale appositamente pensata) che riguardino unità didattiche, materiali per lezioni, buone pratiche, giornali di bordo, gestione del gruppo classe.
La scuola di oggi e quella di domani
- Tre parole per la scuola di oggi e tre per quella di domani…
Per la scuola di oggi:
- semplificazione (burocratica)
- aggiornamento (didattico e disciplinare)
- collaborazione (fra colleghi)
Per la scuola di domani:
- condivisione (di esperienze e metodi)
- flessibilità (di percorsi didattici e di apprendimento)
- apertura (al territorio circostante e all’innovazione)